Mascherine ed informazione al tempo del Covid 19

Qual’è l’ informazione che abbiamo in merito alle mascherine? E soprattutto sono dannose per la nostra salute?

Probabilmente molti di voi si saranno fatti questa domanda. Nel mio cervello è scattata esattamente nel momento in cui ho indossato la mascherina per la prima volta . Ricordo ancora la sensazione stranissima insita già nel gesto stesso; senza contare che non appartiene alla nostra cultura . In effetti, vi confesso che, la prima volta che l’ho indossata, mi sono sentita un pò “cinesizzata” .

Persone con mascherine

Dopo 10 minuti che cammino con questo “affare” sul volto, le riflessioni salutistiche prendono il sopravvento su quelle culturali.

La mascherina mi sta davvero aiutando? Non è che, per “proteggermi” dal virus, sto respirando a pieni polmoni la mia stessa anidride carbonica… che comunque, non mi fa bene, esattamente come il virus?!

Da cosa nasce il corto circuito dell’informazione in merito alle mascherine?

Ricorderete come, nella prima fase dell’emergenza, importanti personaggi della comunità scientifica ci tranquillizzavano dicendo che si trattava semplicemente di un un virus paragonabile a quello influenzale -cosa che  non è stato – ; lo stesso è accaduto con le informazioni che ci sono state date in merito a questi dispositivi antivirus.

Inviti a non indossare le mascherine

Per molte settimane a seguire, dai vertici della politica e della sanità arriva forte l’invito ai cittadini a non acquistare le mascherine chirurgiche. Per intenderci stiamo parlando  di quelle morbide e senza filtri che rappresentano un “gesto di generosità “ da parte di chi le indossa.

“La mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi da malattie respiratorie”, scrive il 25 febbraio il ministero della Salute.

“Indossarle è una stupidaggine”, ribadisce il viceministro Sileri.

Il 10 marzo il consigliere dell’Oms, professor Walter Ricciardi spiega: “Le mascherine per le persone sane non servono a niente”.Partecipando alla trasmissione tv di La7, DiMartedì, ha spiegato: “Bisogna distinguere tra le diverse tipologie di mascherine: le chirurgiche, non servono a proteggere i sani”.Le mascherine Ffp2 e Ffp3 che non sono quelle di garza, ma quelle dotate di filtro – ha continuato Ricciardi – quelle proteggono veramente, ma devono essere utilizzate soltanto dal personale sanitario che cura i malati infettivi e dalle forze dell’ordine che in certe circostanze possono trovarsi in contatto coi malati”.

Dello stesso avviso Roberto Burioni, medico e professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ospite alla trasmissione tv Che tempo che fa ha affermato: Chi sta bene non ha bisogno di mettere la mascherina. Chi deve mettere tassativamente la mascherina, anche quella chirurgica, è invece chi sta male”

 Le mascherine sono degli strumenti essenziali. Cambia l’informazione

A distanza di pochi mesi, in aprile,  lo stesso Ricciardi nel corso della trasmissione Otto e Mezzo a Lilli Gruber che gli chiedeva se non fosse meglio che chiunque abbia la possibilità, indossi la mascherina, ha risposto: “In questo momento sì”. Cosa è cambiato in questo mese? Niente, nei fatti.

Le istituzioni ci impongono già a maggio l’utilizzo obbligatorio delle mascherine in contesti esterni dalle nostre abitazioni ed in luoghi chiusi ma la stessa l’Organizzazione Mondiale della Sanità sempre nello stesso periodo è tornata a raccomandare l’utilizzo di protezioni per il volto solo alle persone malate e a chi sta loro vicino. Secondo l’Oms non ci siano evidenze al momento sui benefici di un impiego di massa e anzi un uso scorretto può risultare dannoso.

lo stesso virologo Giulio Tarro, in più occasioni,  sul quotidiano Napoli Magazine , alla domanda se le mascherine servono, risponde che: eccetto i contagiati e gli operatori sanitari che devono indossarle, a sportivi, anziani e bambini questi strumenti protettivi fanno solo male, poichè portatrice di germi di ogni tipo.

L’ennesima discrasia dell’informazione

Ecco come nasce  e si sviluppa il corto circuito dell’informazione. Pensavamo che questa inaspettata esperienza che abbiamo vissuto ci avesse fatto sentire tutti come marinai su di una stessa barca che navigano per seguire un ‘unica rotta , ma la realtà con cui ci siamo confrontati è stata ben’altra.

Buona navigazione a tutti!

 

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